Anche il personale della Riserva fa parte della rete di ricercatori impegnata nel monitoraggio nazionale del lupo
Data: 13 marzo 2021
Anche il personale della Riserva fa parte della rete di ricercatori, aree protette e volontari chiamata a raccogliere dati in quella che si configura come la prima indagine nazionale coordinata, sulla distribuzione e consistenza delle popolazioni di lupo in Italia.
Ma in che cosa consiste l’attività di ricerca e come è stata organizzata? Si tratta fondamentalmente di raccogliere e catalogare i segni di presenza del lupo. L’intero territorio peninsulare è stato suddiviso all’interno di una griglia con celle di 10 x 10 km e in queste celle sono stati individuati dei percorsi (transetti) da percorrere periodicamente a piedi.
I principali segni di presenza che cerchiamo sono gli escrementi e le tracce (piste) che il predatore rilascia nel terreno innevato - ma non vengono trascurati altri “indizi”, quali le urine (molto evidenti in presenza di neve), le raspate lasciate con le unghie in prossimità dei punti di marcatura, o anche i resti di predazioni.
Tutti questi segni di presenza vengono fotografati, codificati e schedati con le informazioni associate. Inoltre gli escrementi abbastanza freschi vengono raccolti ed inviati, a laboratori di riferimento, per le analisi genetiche. Le informazioni che si possono ottenere da tali analisi sono molteplici. Innanzitutto possiamo identificare i singoli individui (avendo una sorta di carta di identità genetica) e seguirne gli eventuali spostamenti. Possiamo ricostruire le relazioni parentali tra individui (ad es. se si tratta di fratelli o figli/genitori); e poi possiamo identificare eventuali esemplari ibridi, quindi animali che sono il frutto di accoppiamento tra lupi e cani.
In aggiunta alla raccolta dei segni di presenza, utilizziamo le fototrappole, dei dispositivi che consentono di fare fotografie o filmati di animali piuttosto elusivi o sospettosi.
Le fototrappole, lasciate in punti opportuni, si attivano automaticamente al passaggio dei lupi (o di altri animali) mediante sensori di movimento. Questi strumenti ci permettono di raccogliere informazioni molto utili: oltre a fornire la prova della presenza dei lupi, è possibile capire il sesso degli individui, identificare i giovani, e perfino avere informazioni sullo stato di salute di un animale: ad esempio notando alcuni caratteri anomali associati a malattie o ad esemplari ibridi.
Nel video divulgativo girato da ISPRA, viene mostrata una tipica giornata passata sul campo alla ricerca del predatore. Le immagini si riferiscono al transetto situato nel complesso del monte Nuria - che fa parte delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC), gestite e controllate dalla Riserva Naturale.
Ultimo aggiornamento
13 marzo 2021
Pubblicato da:
Stefano Moreschini