Si cerca un rimedio per i castagneti secolari

Data: 30  marzo  2017

La castagna è notoriamente in frutto che denota il territorio della Riserva Naturale.
Per centinaia di anni è stato l’elemento intorno al quale era costruita la vita delle comunità nate intorno ai paesi di montagna.
Le castagne erano il frutto del sostentamento quotidiano. Le castagne erano oggetto di scambi con i paesi più valle produttori di olio e con il legno del castagno si ricavavano sia suppellettili per l’arredamento domestico che le attrezzature per le cantine (botticelle, botti e bigonce).
Per questa ragione i castagneti erano allevati e per questo erano garanzia di manutenzione dei declivi e del territorio in genere. Fino a quando, un po'''''''' per lo spopolamento un po'''''''' per il progressivo invecchiamento della popolazione, è iniziata l’epoca dell’abbandono.
Da una quindicina di anni poi due minacce naturali hanno contribuito a mettere in crisi le coltivazioni, il cinipide ed il mal dell’inchiostro.
I due fattori hanno costituito una insidia importante al punto che oggi ha compromesso i raccolti contribuendo a scoraggiare anche i coltivatori più tenaci.
Ed anche il paesaggio, di conseguenza, ne resta condizionato.
Per fare il punto della situazione la Riserva Naturale si affida ad uno tra i più autorevoli scienziati del settore, il prof. Giuseppe Scarascia Mugnozza, accademico ed esperto del settore organizzando per il prossimo 4 aprile un sopralluogo ed un incontro con i tecnici dell’area protetta.
Sarà quella l’occasione per una ricognizione della parte di territorio occupata dai castagneti e per la messa a punto di una strategia tesa alla conservazione di un paesaggio ed una coltura che interessa una grande parte del territorio protetto.
“Si tratta di verificare le iniziative da intraprendere per ridare vitalità ad una coltivazione che rappresenta un veicolo anche all’esterno, dal momento che sulla castagna e sul tartufo negli anni scorsi si è costruito un progetto di strada per attrarre visitatori e turisti;- è il commento del direttore Luigi Russo - è nostra intenzione rilanciare tale iniziativa e per questo è necessario iniziare dal verso più consono che è quello della tutela delle colture.”

Chi è Giuseppe Scarascia-Mugnozza
Giuseppe Scarascia-Mugnozza si è laureato, nel 1977, in Scienze Agrarie e, poi, nel 1983 in Scienze Forestali, presso l’Università di Bari. Inoltre, presso il “College of Forest Resources” dell’Università di Washington, a Seattle, ha conseguito nel 1991 il diploma di Ph. D. in “Forest Ecology and Management” . Ha lavorato per alcuni anni come ricercatore all’Università di Bari e, successivamente, presso l’Università dell’Arizona, a Tucson, e presso l’Università di Washington, a Seattle. E’ professore ordinario di Selvicoltura  e Ecofisiologia forestale presso l’Università della Tuscia, a Viterbo.
Attualmente è direttore dell’Istituto di Biologia Agroambientale e Forestale del Consiglio Nazionale delle Ricerche, a Porano (TR) (http://www.ibaf.cnr.it/); è anche responsabile del Centro di Eccellenza “Foreste e Clima” del MIUR presso l’Università della Tuscia.
 La sua attività di ricerca ha riguardato: la risposta degli alberi forestali ai cambiamenti climatici e l’effetto dell’aumento di concentrazione della CO2 atmosferica; la funzionalità e la struttura di ecosistemi forestali mediterranei e appenninici; i determinanti ecofisiologici della produttività di specie da legno a rapida crescita; la valutazione dei caratteri genetici e fisiologici di popolazioni naturali del gen. Populus.
Ha pubblicato oltre 140 lavori scientifici su riviste italiane e straniere ed ha curato la pubblicazione di alcuni libri scientifici.
E’ stato coordinatore del collegio dei docenti del Dottorato di ricerca in Ecologia forestale e presidente del consiglio di corso di laurea in Scienze Forestali e Ambientali dell’Università della Tuscia.  E’ stato responsabile di numerosi progetti di ricerca nazionali (CNR, MURST e MIPAF) e dell’Unione Europea.
Attualmente è coordinatore europeo di un progetto finanziato dalla UE nell’ambito del Programma Quadro V quale grande infrastruttura europea di ricerca (progetto EUROFACE http://www.unitus.it/euroface/). E’ stato coordinatore nazionale per l’Italia della Risoluzione H4 (Adattamento ai Cambiamenti Climatici) della Conferenza di Helsinki sulla Protezione delle Foreste Europee e delegato italiano per il dominio COST-Forestry dell’UE (http://www.cost.esf.org/). E’ socio di AISF, AITA, SITE, SBI e past president della SISEF(http://www.sisef.it/sisef/).

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Ultimo aggiornamento

30  marzo  2017

Pubblicato da:

Vincenzo  Lodovisi