L’Aquila reale è il più grande rapace diurno che nidifica in Italia (esclusi gli avvoltoi).

L’Aquila reale è distribuita in tutto l’emisfero Nord, cioè in Nord-America, Europa e Asia settentrionale. Nel continente europeo la specie è prevalentemente sedentaria, fatta eccezione per le regioni al di sopra dei 65° N, come Finlandia e Russia, dove in inverno si assiste a spostamenti verso sud di quasi tutti gli individui.
In Italia è stanziale, nidificante ed è presente nelle Alpi, negli Appennini e nelle isole maggiori.
L’Aquila reale nel Lazio è presente nei principali gruppi montuosi delle province di Rieti, Roma, Latina e Frosinone con un totale di 11-12 coppie nidificanti e con popolazione regionale in espansione. Questo trend positivo deriva probabilmente da diversi fattori quali l’istituzione di aree protette negli anni ’80 e ’90, con effetti positivi sull’habitat della specie e delle sue prede, la fine della persecuzione diretta ai nidi praticata fino agli inizi degli anni ’80 del secolo scorso, il probabile aumento del numero di individui erratici provenienti da popolazioni limitrofe.

Il piumaggio delle aquile adulte è marrone scuro, con piccole aree più chiare sul dorso e sulle parti inferiori. In buone condizioni di luce si può notare, sulla parte superiore della testa e sulla nuca, il tipico colore bruno-dorato per il quale l’Aquila reale è detta anche “Golden Eagle” in inglese e Aquila chrysaetos in nome scientifico (chrysaetos che in greco vuol dire dorata).
Negli individui giovani e negli immaturi sono presenti macchie bianche molto evidenti, nella base della coda e nelle ali; tali macchie scompaiono nell’adulto, cioè intorno ai 6-8 anni di vita, anche se un individuo è sessualmente maturo in genere dopo i 4 anni d’età.

L’Aquila reale vive tipicamente in ambienti di montagna, comprendenti zone boscate, ambienti rupestri ed aree aperte (praterie e pascoli) per la caccia.
In genere costruisce il nido su pareti rocciose a strapiombo (anche di modesta estensione), in zone inaccessibili e comunque poco disturbate da parte dell’uomo e al riparo da vento e pioggia.
Spesso, la coppia nidificante utilizza più di un nido nell’areale di presenza e provvede, nel periodo invernale precedente alla deposizione, a “rinnovare” i nidi alternativi (che possono distare anche un paio di km), aggiungendo e sistemando rami secchi. I nidi generalmente vengono riutilizzati anche negli anni successivi.
Nell’Appennino gli home range (la così detta area vitale) sono di grandi estensioni: 100 – 250 kmq e la densità di popolazione è piuttosto bassa; basti pensare che i siti riproduttivi occupati da coppie diverse, distano in media 16 km.

La dieta dell’aquila è composta, principalmente (oltre 80%) da mammiferi di piccola e media taglia (lepri, volpi, marmotte, mustelidi, cuccioli di ungulati, animali domestici e perfino roditori arboricoli) e secondariamente da rettili (per lo più serpenti), uccelli (corvidi, fasianidi ) e anche carogne, la cui disponibilità nella stagione invernale, risulta fondamentale per il successo riproduttivo di una coppia.

Nonostante l’Aquila reale sia specie di interesse comunitario (inserita nell’allegato I della direttiva Uccelli 2009/147/CE) e le relative popolazioni presentino uno stato di conservazione considerato “vulnerabile” (secondo la Lista Rossa Nazionale), sono ancora molteplici i fattori di minaccia imputabili all’uomo, per la vita dell’Aquila reale:
avvelenamento indiretto, in seguito alla nefasta pratica di avvelenare carcasse di quadrupedi o di lasciare in natura bocconi avvelenati per colpire cani randagi, lupi e volpi;
disturbo nei siti riproduttivi, ciò avviene quando i nidi attivi risultano troppo vicini a sentieri o percorsi usati per il trekking o altre attività (ad es. la caccia fotografica);
elettrocuzione in seguito ad impatto con elettrodotti che attraversano valli che rientrano nel territorio di caccia dell’aquila;
impianti eolici costituiscono un forte rischio per l’avifauna, in particolare i grandi veleggiatori quali sono le aquile, i nibbi e gli avvoltoi;
abbattimenti illegali.

Il territorio compreso nella Riserva Naturale Regionale dei Monti Navegna e Cervia ha ospitato una coppia nidificante di Aquila reale fino agli anni ’70, dopo di che l’area è stata frequentata regolarmente per la caccia e l’alimentazione, da parte di alcuni individui.
Dal 2013, però, una coppia è tornata a nidificare con successo nell’area protetta.
Da allora il personale della Riserva effettua il monitoraggio di questa specie, contribuendo all’obiettivo della Direttiva Uccelli (2009/147/CE) di garantire la sopravvivenza e la riproduzione di tutte le popolazioni di uccelli selvatici nella loro area di distribuzione. A tale fine, la Regione Lazio ha definito le disposizioni per l’organizzazione e l’attivazione della Rete Regionale di Monitoraggio dei Rapaci diurni rupicoli di interesse comunitario nidificanti nel Lazio; tale attività di monitoraggio è stata affidata al personale delle aree protette e dell’ARP ed estesa anche ai territori di presenza delle specie situati all’esterno delle aree protette e dei siti Natura 2000.
Raccogliere dati sulle popolazioni di Aquila reale e monitorare, nel tempo, i cambiamenti ambientali in atto, risulta fondamentale per la salvaguardia di questa specie che risulta particolarmente sensibile alle pressioni antropiche e alle modifiche degli habitat.

Alcuni dati:
lunghezza: 75-88 cm;
peso: 2,9-6,5 kg;
apertura alare: 2-2,2 m;
accoppiamenti e sistemazione nidi: inverno;
deposizione: fine marzo;
schiusa uova: prima decade maggio;
aquilotti nati: 1, più raramente 2;
involo del piccolo: fine luglio;
allontanamento del giovane nato nell’anno da parte dei genitori: inverno.

Letizia Previdi

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Ultimo aggiornamento

10  marzo  2016

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